
Tiziano Campi in arte Capitano Izim che non è altro che l’anagramma del suo nome, è un artista di arte contemporanea pittore, scultore e incisore. Per fare comprendere meglio a coloro che non lo conoscessero la sua importanza artistica, inizio con una sintesi biografica la quale ho tratto da qui.
Nato a Lucca nel 1953, Tiziano Campi ha vissuto tra Sarzana, la sua città, e Milano, dove ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Allievo, tra gli altri, di Luciano Fabro all’Accademia di Carrara, partecipa alla prima mostra nel 1983: “Giovani presenze artistiche in Toscana”, alla Galleria comunale d’arte moderna di Forte dei Marmi; quindi, tra le altre, nel 1990 prende parte alla collettiva, a cura di Manuela Crescentini, “Il lusso della pausa” (Firenze, Roma, L’Aquila) ed è uno dei tre di “CCD” (a cura di Laura Cherubini: Roma, Sarzana e, l’anno dopo, Perugia) insieme con Michele De Luca e Sauro Cardinali, con il quale realizza nel corso della sua vita numerosi progetti. Del 1992 sono le prime personali alla galleria Duemme di Genova e allo Studio Tommaseo di Trieste, dove spesso espone in seguito, come accade anche con lo Studio Cavalieri di Bologna (1994, 1996, 1998). Del 1994 è la personale con Cardinali alla Galleria Massimo Carasi di Mantova e del 1995 la partecipazione alla Biennale del bronzetto in Palazzo della Ragione a Padova; nel 1997 espone con Aldo Grazzi nella chiesa di San Carlo a Spoleto; nello steso anno e il seguente disegna per “Diario della settimana” e per “l’Unità” presentando poi le immagini al Segno di Roma e al Museo comunale di Virgilio nell’ambito delle mostre curate da Carlo Alberto Bucci che lo coinvolge nelle mostre “Delle cose mute” (Temple Gallery, Roma, 2001) e “Aerei” (Galleria comunale di Ciampino, 2003). Del 2004 è la personale al Centro la Trebisonda di Perugia seguita nel 2014 da quella alla Fremocco’s House di Deruta.

Molto apprezzato dalla critica, che ha sempre definito le sue opere come dotate di uno straordinario potere, unendo potenza e grazia. Un richiamo irresistibile per la natura, che, in tutta la sua molteplicità, risponde creando un’inattesa e stupefacente nuova immagine di sé.
Le ultime opere di Tiziano Campi sono essenziali, spoglie e quasi fragili, ma proprio per questo sono in grado di trasmettere un messaggio poetico diretto, legato alla sua infanzia e alla sua esperienza di pittore e scultore che esprime anche nel colore, nel gesso e nella plastilina. Esse testimoniano e rappresentano il testamento di un autore che ha costantemente lavorato sul concetto di instabilità della forma, mettendo in crisi principi, dogmi e certezze, sempre gioiosamente in bilico lungo la sottile linea dell'arte e della propria esistenza.
Le forme originarie dell’artista, che si ripetono sempre differenti in ognuno dei suoi lavori sono frutto di un processo di relazioni tra il suo corpo, gli esempi della storia dell’arte che più lo appassionavano, alcuni gesti imparati dal gioco, i materiali, e la ricerca costante di equilibro.

La sua ultima opera, intitolata “Palafritta”, fu realizzata ma non terminata nel 2021, anno in cui Tiziano Campi si spense, a soli 68 anni, a causa di una grave malattia. "Palafritta" era rimasto un prototipo artistico, ma presto diventerà un’opera concreta e sarà esposta a Suzzara.
Questo prototipo al Museo Galleria del Premio. doveva diventare un'opera a tutti gli effetti realizzata da un'azienda del territorio, in nome di quella sinergia tra lavoro artistico e manuale che rese famoso il Premio sin dalla sua creazione e che, nel 2018, si ripropose nella 50esima edizione con una formula che incrociava la creatività degli artisti con le aziende suzzaresi per la produzione di un'opera d'arte. Quella di Campi avrebbe dovuto essere una di queste opere, ma il processo si fermò. Almeno fino ad oggi, quando, grazie all'impulso del Museo, della Fondazione Arti e Mestieri e dell'azienda che aveva già scelto l'opera, la Bertolini Arredamenti di San Prospero, e con la collaborazione della sorella ed erede dell'artista, Marzia Campi, si sta riprendendo il percorso creativo.
Per tutti noi che lo abbiamo conosciuto, il compimento di questa iniziativa rappresenta un conforto.
Anche io ho avuto modo di conoscere personalmente Tiziano, grazie alla mia amica di Sarzana, che è sempre stata in ottimi rapporti amichevoli e familiari con lui. Ho avuto l'onore di trascorrere piacevoli pomeriggi e serate insieme anche con lui. Era una persona davvero squisita, con un carattere pacato e sempre sorridente. Era impossibile non apprezzarlo anche come uomo, per la sua spiccata umanità, una qualità che non è proprio da tutti. Quando lo ricordo, non posso fare a meno di rammentare questo suo lato caratteriale così preponderante. Spesso parlava della sua concezione di un’opera che stava realizzando al momento, spiegando il perché dei materiali che utilizzava o voleva utilizzare, le motivazioni e la sua visione di quella che sarebbe stata l'opera completata. Sebbene io non comprenda molto dell'arte moderna - diciamo che preferisco l'arte figurativa - ogni volta rimanevo comunque affascinata nell'ascoltarlo. Nelle sue spiegazioni, sapeva trascinarti nella sua interpretazione e, nonostante la mia ignoranza in materia, non potevo fare a meno di immaginare il capolavoro una volta terminato.
Per concludere questo omaggio che ho voluto condividere in suo ricordo, allego qui di seguito una moneta realizzata dallo stesso Tiziano Campi raffigurante il suo volto.

Brava Giusy, è importante evidenziare gli artisti contemporanei.
interessante🙂
emyly cabor
Sinceramente non sono una grande intenditrice di arte moderna, ma trovo molto bello il ricordo che hai conservato di questo artista, soprattutto delle sue doti umane.
È bellissimo il fatto che questo artista sia riuscito a lasciare un'eredità artistica così personale, che viene tutt'ora apprezzata e ampliata ❤️
Complimenti per il tuo omaggio così sentito!
l'importante è che il lascito artistico non vada perduto e dimenticato. l'espressione artistica è una sorta di continuum al quale ciascuno può dare il proprio contributo, sin dalla prima impronta do mano impressa sulla volta di una caverna